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Dalla vostra inviata a Pandora | GIORNO #3

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Cominciamo dalla fine. Pandora è finita da qualche giorno mentre vi scrivo e questo è il momento della malinconia. Perché è stato figo. Perché è stato colorato. Perché Pandora si fa in tanti, come l'amore. E mi sembra se ne sia fatto e prodotto molto di amore in questa edizione dedicata a Woodstock. Di certo quando stamattina ho ottenuto la mention del pride (quella cosa che puoi reagire a un post di facebook con la bandiera arcobaleno) ho pensato: così posso metterlo sotto tutti i post di Pandora. Perché i diritti esistono davvero quando sono la normalità. Ecco, questo pensiero mi è piaciuto. Ora partiamo. La sveglia della domenica mattina alla Bellotta è durissima, si contano i feriti e i dispersi del ballo della seduzione e dell'allegria della sera prima. Giacciono a terra occhialini colorati e costumi anni '70 ( drammatizzazione ). Le ultime 3 ore delle app partono e durano fino alle 13, tranne per i corsi avanzati di Tani e Brandi che hanno ottenuto un'es...

Dalla vostra inviata a Pandora | GIORNO #2

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Questa foto è uno spoiler dell'ultimo giorno, ma è troppo bella. Il sabato mattina a Pandora alzarsi è dura... l'entusiasmo della prima sera di festa insieme ha impegnato ma non piegato i partecipanti, che si apprestano a iniziare le loro APP, i corsi di nove ore che si svolgono nelle sale della Bellotta. Mapo mostra la dimensione della didattica Con occhiali neri strategici, mi aggiro per le 10 aule, di cui due dislocate a Pontenure. La prima che spio è quella di Luca Mapo Mapelli , che affronta il tema del fallimento: si sente urlare con gioia "Ho sbagliato!" da parte dei suoi alunni. Giulia Amarilli Accanto a lui la splendida Giulia Amarilli gestisce il Teorema del suino , lavorando sull'empatia e le emozioni, con la sensibilità dei maiali (che mica sono come tutti pensano, anzi). Ci riprova Mauro Simolo che sostiene che Improvvisare è come fare l'amore : non ci sono regole, ma è importante fare stare al meglio il partner, sempr...

Dalla vostra inviata a Pandora | GIORNO #1

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Pandora è iniziata. L'edizione 2017 del festival di improvvisazione che si tiene vicino a Piacenza, presso il centro La Bellotta di Pontenure, ha aperto i battenti venerdì 9 giugno, quando dalle 17 a ora (credo che qualcuno non abbia ancora trovato Pontenure) i quasi 200 partecipanti sono arrivati. Molti sono conferme, che alla Bellotta si sentono a casa e esordiscono al bar con "il solito", che non è difficile da indovinare visto che è birra o spritz. Stefano Marcucci ha nella sua storia la gestione di un locale a Recco, e dalla passione e dalla precisione che mette nel miscelare le sei parti del cocktail, capisci che quella dovrebbe essere la sua vita. Le giornate sono serene e piene di sole, la bellezza del prato e delle piante della Bellotta sono amplificate dalle decorazioni del palco e dello spiazzo, dove il tema "Woodstock" riempie di ulteriori fiori e colori il panorama. La canzone di quest'anno è Best day of my life, degli American Authors...

Accetta le osservazioni - Katy Shutte

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Oggi vi proponiamo un articolo di  Katy Schutte nel quale ci racconta l'importanza di saper accettare le osservazioni che i nostri insegnanti ci fanno durante le lezioni e i nostri registi durante le prove, e come dice il nostro amico David Razowsky "lasciare l'ego fuori dalla porta". Katy Schutte è un'attrice, Improvvisatrice ed insegnante britannica. Ha studiato al Second City, all'iO, all'UCB, all'Annoyance e non solo. Trovate la sua intera bio  qua .

SABIR: impro oltre i confini

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C'è un progetto che - proprio perchè circondato da domande e caratterizzato da transnazionalità e scambio - ci ha colpito molto. Si chiama SABIR . Per spiegarci cos'è, dopo che ne abbiamo sentito parlare da tanti amici che ne sono direttamente coinvolti e che salutiamo con grande affetto (anche perchè che quando sono nei miei weekend romani mi riempiono di affetto che quasi mi viene da rimanerci) come Stefano Augeri, Alessandra Antonelli (sì, lo so che non ti chiami Von Kitch!), Enrico D'Agata, Papo Cossa, Giulia Scarpino, abbiamo chiesto ad una donna che stimiamo di nome Martina Pavone di diventare redattrice per un giorno di improvvisatoripuntoit. Tra la Turchia, l'Italia e la Svezia ci ha regalato queste parole che condividiamo con voi.Viva SABIR!

Focus and Awareness - Un workshop con Yann Van Den Branden #BabylonFestival

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È stato un weekend di lavoro e spettacolo molto interessante. Grazie al Teatro a Molla e al Babylon Festival , di cui anche quest'anno Improvincia è partner, abbiamo avuto la possibilità di lavorare con uno dei componenti dell' Orcas Island Project . Quest'anno abbiamo scelto di lavorare con Yann Van Den Branden , attore e improvvisatore belga, che è stato anche nostro ospite nel "Maestro" che abbiamo proposto a TeatrOreno Sabato 1 Aprile. Leggete l'articolo fino in fondo perchè c'è una sorpresa per tutti voi cari lettori!

Il mio Papa è differente - Mr. Razowsky in visita a Milano

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Ci sono persone che ti è capitato sicuramente di vedere su uno schermo, ne hai letto sui libri, ne senti parlare, ma quando te le trovi davanti è tutta un’altra cosa.

Il mio Welcome 2017 - un asociale ad un festival

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Già nel  post  che avevo scritto qualche tempo fa su "MITICO" vi avevo confessato la mia estrema difficoltà nel gestire i contesti di socialità forzata e semi-forzata, come possono essere i festival di improvvisazione, quindi vi riporto le mie sensazioni sempre da quest'ottica, ovvero quella di uno che lo vive un po' ai margini e senza immergersi completamente nell'atmosfera calorosa e a volte soffocante di mille facce, mille occhi e mille parole. Per chi non sappia di cosa sto parlando, e spero siano pochi visto l'estrema dinamicità e apertura che sta animando il mondo improvvisativo italiano in questi ultimi tempi,  Welcome  è un festival che ormai da alcuni anni  i Bugiardini  organizzano nella Capitale. Anche quest'anno ho avuto la fortuna di poter partecipare al Festival che per quattro giorni ha impegnato gli Improvvisatori in un percorso meraviglioso, tra workshop e spettacoli.

Se è tutto improvvisato, perché sembra spesso la stessa solfa?

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Ci siamo imbattuti in un articolo di Michael Such , che lancia una provocazione sulla varietà estetica dell’improvvisazione, partendo dalla scena londinese, suo luogo d’origine. L’articolo è piuttosto lungo e intricato, ma cerchiamo di catturarne l’essenza e riportare i punti fondamentali, tradotti. Un sunto critico , if you will.

TEAMS, tratto da "Aerodynamics of YES" - C. Capozzoli

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Qualche anno fa stavo passando per un periodo improvvisativo un po' difficile , poca voglia di andare agli incontri , atteggiamento oppositivo e i nsopportabile alle riunioni, stato di insoddisfazione e gran voglia di mollare tutto. Confesso che spesso accade ancora perché ho un'indole personale molto bastarda che vive di mania di controllo, an sia derivata e insoddisfazione perma nente . Bella sfida per un i mprovvisatore eh! Ecco, durante quel periodo ho letto questo libro di Christian Capozzoli ,  e questo brano che vi riporto mi aveva particolarmente colpito e stimolato. Tra l'altro trovo che il titolo del libro "AERODYNAMICS OF YES" sia meraviglioso.

Noi coraggiosi - Jimmy Carrane

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A volte come Improvvisatori dovremmo fermarci a riconoscere il valore di ciò che facciamo e quello in cui crediamo: proviamoci assieme all'articolo del blog di Jimmy Carrane (di cui abbiamo parlato  qui ) intitolato  We are brave .

La vita non ha copyright.

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I social improvvisativi italiani si sono infiammati, tempo fa, intorno alla parola "plagio" e suoi derivati, e ciclicamente torna lo spettro del furto, del plagio, del "mi hanno copiato il format" eccetera. - parlare di scandalo sarebbe quantomeno presuntuoso, per il valore effettivo che gli screzi improvvisativi hanno nel mondo reale, ma gli argomenti restano interessanti, soprattutto per il trasporto di chi ha preso parte alle discussioni su plagio, format e copyright.

30 aforismi improvvisativi per vivere meglio - Kim Quindlen

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Kim Quindlen* di thoughtcatalog.com ci offre 30 aforismi che sono propri dell'improvvisazione ma che sono ottimi consigli anche per la vita quotidiana. A noi, da bravi nerd, le liste piacciono e ci piacciono gli aforismi, per cui usiamo questa gioiosa lista per augurare a tutti gli Improvvisatori un anno meraviglioso e pieno di progetti e sorprese! Per non prenderci troppo sul serio, riportiamo invece una frase sentita da Patti Stiles che disse che " gli aforismi sull'improvvisazione sono utili solo per farci delle belle t-shirt ". Quest'anno siamo stati un po' latitanti nelle pubblicazioni, ma da Gennaio riprenderemo con più costanza e apriremo il blog alla collaborazione di quanti vorranno aiutarci a riempirlo di contenuti nuovi e interessanti... ci vediamo nel 2017. Davide, Elena, Mapo

Sorprese tedesche: una brianzola a Wurzburg

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Sono ormai tre settimane che sono tornata dal Wurzburger Improtheater Festival e credo sia tempo di raccontare com'è andata. Ho deciso di andare a Wurzburg perchè non sono mai stata ad un festival internazionale, oltre ad essere curiosa di vedere come lavorano i tedeschi, che ai tempi del'organizzazione di MITICO 2015 mi hanno aiutato tanto. - la dieresi non riesco a metterla, ma ci vorrebbe sopra la u di Wurzburg, immaginatela! - Pertanto a maggio (sì, 5 mesi prima) ho chiesto di partecipare e dopo una lotteria sono stata sorteggiata tra i partecipanti (forse perchè ho fatto gli occhi da gatto con gli stivali dicendo che era la mia prima volta). Quindi sono partita sulla mia fiammante Honda ibrida alla volta della Svizzera, dove avevo appuntamento col mio meraviglioso compagno di viaggio, Gabriele Nosatti from ABIT , che ormai da un anno vive e lavora a Zurigo. Ci siamo visti alla stazione di Bad Ragaz (nome vero, c'è anche l'autogrill di Heidi accan...

Our Play, le origini - dal blog di Patti Stiles

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Primo articolo di rimbalzo al ritorno dal Welcome Festival di Roma, inizio con una traduzione perché, nel lavoro di risistemazione mentale dei milioni di stimoli e cose meravigliose viste, mi sono imbattuto in questo articolo di Patti sulle origini dello spettacolo che  con Joe Bill  ha messo in scena anche al festival. Uno spettacolo semplice nella forma ma insieme speciale e fortissimo che mi ha emozionato e fatto pensare tanto, e a cui riserverò qualche riga pià avanti. Mi piace condividere questo articolo perché è molto di più di una spiegazione dello spettacolo, è un messaggio forte e chiaro di apertura e accoglienza della diversità e credo sia anche molto appropriato per il "periodo storico improvvisativo" che sembra stia cominciando in Italia, mi permetto di dire anche grazie a festival come il Welcome, per cui ringrazio ancora i Bugiardini .

Sul palco con gli attributi ovvero improvvisare da donna

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Mapo mi ha fatto leggere questo articolo . L'autrice, Annie Taylor , scrive di sentirsi liberi di condividere e se si è ancora più coraggiosi di commentare. Mi sento coraggiosa. Sostanzialmente Annie racconta che durante un'intervista radiofonica, quando le è stato chiesto quale fosse stato il momento peggiore nella sua carriera improvvisativa, lei avesse glissato. " Perché la verità è che... ero troppo spaventata di parlare del mio peggior momento di improvvisazione. Due anni dopo quel fatto, sono ancora molto sensibile al pensiero di quello che è successo. Mi fa sentire arrabbiata, triste e frustrata. Io sono molto disponibile a parlare dei miei successi e fallimenti, ma ho detto solo a poche persone di questo momento perché odio parlarne. Ma tenere un segreto non serve a nessuno, così eccolo qui ". Fino a questo momento non riuscivo ad immaginare quale potesse essere questo episodio così tremendo, ma l'uso delle parole di Annie mi ha colpita.

TELL, DON'T SHOW - "MICROSCOPERA"

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E due. Secondo spettacolo del Teatro a Molla che vedo da quando ho scoperto il gotha dell'improvvisazione italiana. E stavolta ho due motivi: non sono mai stato a Bologna, e ho appena scoperto che Bologna ha ben 2 popcornerie.

Giochini: sono da sfigati? - Jay Sukow

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Il titolo di oggi è volutamente provocatorio e ci riporta all'eterna battaglia tra long form e short form a cui avevamo già dedicato un altro post a cura di Patti Stiles. Capita spesso di discutere con attempati Improvvistori che affermano "ormai i giochini li lascio agli allievi, io faccio solo long perché è più stimolante"; vediamo un po' cosa dice Jay Sukow a riguardo .

Cari improvvisatori, un messaggio da Jay Sukow

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Si avvicinano le feste e prima di finire nel vortice dei pranzi e delle cene, dei deliri alcolici e dei drammi familiari, dei pacchetti da scartare, dei baci, degli abbracci, dei sorrisi, dei trenini e dei propositi per l'anno nuovo prendiamo le parole di Jay Sukow di questo post del suo blog e ve le proponiamo come augurio natalizio di improvvisatoripuntoit. Grazie a tutti voi che seguite questo progetto e che ci date tanta voglia di andare avanti

Un'introduzione ai quattro tipi di scena - Miles Stroth

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Miles Stroth Miles Stroth, un veterano della scena improvvisativa di Chicago, uno di quelli di cui leggi nei libri di storia dell'improvvisazione, è stato studente di Del Close e ha contribuito alla creazione di format come "Deconstruction" e "The movie". E' stato membro del mitico team The Family che includeva nomi del calibro di  Matt Besser, Ali Faranahkian, Neil Flynn, Adam McKay and Ian Roberts. Ha da poco fondato il  Pack Theater Improv Blog con uno stile molto diretto e senza mezze misure. Per esempio ci dice che "Questa è comunque la mia opinione. E non è discutibile". L'abbiamo contattato per chiedere il permesso di tradurre e come tanti altri è stato gentilissimo e disponibile; prima o poi vi regaleremo un post con tutte le risposte di questi simpatici Signori e Signore che ci rendono disponibili i loro scritti per questo piccolo blog. Ci propone in questo post una personale e originale interpretazione delle scene improvvis...