Alla Velocità della Vita - Capitolo 1: I SENTIERI PER L'IMPROVVISAZIONE

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DAVID E DEL
Del Close ci ha insegnato a reagire onestamente, e a quanto pare bastava quello. Altri me l'avevano già detto prima di Del, ma solo con lui l'ho capito davvero. Non ci stava chiedendo di essere divertenti o simpatici, ma semplicemente onesti – e, incrociando le dita, interessanti. Mi ricordo Del mentre ci diceva: “Non dovete avere paura di dire la verità. Nessuno penserà che quelli siano davvero i vostri pensieri. Pensano tutti che stiate recitando”.

Durante i mesi di workshop con Del, ho imparato molte lezioni che metto in pratica ancora oggi sul palco, nonostante siano passati decenni. Del ci ha insegnato a giocare lentamente, senza preoccuparci d'intrattenere il pubblico. Ha sottolineato l'importanza di giocare (recitare) al massimo della nostra intelligenza. Ci ha suggerito d'interpretare personaggi vicini a noi stessi, “come un velo sottile”, e di rispondere onestamente alla scena e agli altri improvvisatori. Un'altra grande lezione di Del è stata di non parlare troppo, perché l'abuso verboso diminuisce il potere della singola parola. Del ci ha insegnato che è bene osare essere poeti.

Ci ricordava spesso che i buoni improvvisatori non cercano le risate a tutti i costi; cercano le ovazioni. Diceva che le piccole risate qua e là avrebbero solo dissipato la grande reazione finale. Ci è stato insegnato di lasciarlo crescere, qualunque cosa fosse. Sii paziente, cosicché quando la risposta del pubblico finalmente arriverà, sarà enorme. Questa è la lezione che mi è rimasta addosso maggiormente.

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TJ e LISA
C'è un nome che i fan dell'improvvisazione probabilmente non hanno mai sentito. Il suo nome era Lisa Haleski. Lo ha cambiato per motivi legali (penso abbia a che fare con l'essersi innamorata di un tizio e averlo sposato). Ci siamo incontrati alla Syracuse University. Quando si è laureata, si è trasferita a Chicago. Io avevo studiato produzione TV/radio/cinematografica. Al momento della mia laurea, Lisa stava lavorando alla serie TV “Gli intoccabili”. Quando le ho detto che stavo pensando di trasferirmi anch'io a Chicago, mi ha detto che potevo stare da lei, e magari avrebbe messo una buona parola per me al lavoro da lei. Quello che ha fatto è stato, da novella sposa, lasciarmi dormire sul proprio divano per 6 mesi. E mi ha trovato un lavoro come assistente di produzione nel suo programma televisivo. Poi ha tracciato la via per il resto della mia vita. Mi ha portato lei a Second City, mi ha suggerito lei di frequentare i corsi. Mi ha portato lei alla iO. Mi ha incoraggiato e si è interessata a ogni mio passo.

Lisa non è né attrice né improvvisatrice. È un'amica. E auguro una Lisa a ciascuno di voi; una persona che vede in te ciò che tu non hai mai visto. Che ci crede così fermamente da convincere anche te a crederci. Che non ha nulla da guadagnare da ciò che vuole per te, a parte la tua felicità. Fatta eccezione per la truppa di persone con cui condivido l'albero genealogico, Lisa ha fatto più di chiunque altro per rendermi ciò che sono oggi. Le sono eternamente grato per avermi mostrato le case sugli alberi, per avermi introdotto a chi ha i miei stessi disturbi, per non aver accettato i miei “non sono molto convinto che sia una buona idea”. Se avete una Lisa nella vostra vita, ascoltatela. Se non l'avete, trovatene una. Riuscirà a trovare la cosa che vi scioglierà come burro al sole.

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