Perché le persone si ossessionano: La religione dell'improvvisazione - Will Hines
Torniamo a tradurre un articolo del 2013 di Will Hines che ci permette di pensare un po' al perché, spesso, l'improvvisazione entri così profondamente nella vita delle persone e a come riconsiderare alcuni consigli di base per uscire dalla "scimmia brutta" che finisce per condizionarci e rendere tutto meno divertente!
Un culto. Una filosofia. Una religione.
Queste sono le parole che molti usano per descrivere l'improvvisazione.
L'osservatore casuale resterà impressionato da quanto intensamente alcune persone vivano l'improvvisazione.
Si tratta solo un modo di far battute, no? Oppure una metodologia per generare idee insieme, in pubblico? Ebbene sì, è tutte queste cose. E per alcune persone è solo questo.
Ma c'è qualcosa nel linguaggio della nostra cultura che comunica qualcosa di grandioso.
Perciò, chi tra noi l'abbraccia a pieno, cerca di estendere i consigli che arrivano dalle nostre scene a qualcosa di più.
C'è il contenuto del consiglio, la sua utilità pratica, e c'è anche la scelta delle parole e del tono con cui questo consiglio viene dato.
Penso che il genio di Del Close e di altri grandi insegnati di improvvisazione risieda nel nel loro saper dare consigli veramente ottimi entrando in contatto con gli attori e gli scrittori in modo profondo e personale.
Quando Del dice "Dite Sì", ciò potrebbe essere visto solo come un consiglio pratico per creare scene insieme. Del avrebbe potuto dire semplicemente "cooperate", ma quel termine non avrebbe avuto la magia, il seducente coinvolgimento del qualcosa in più che "DITE Sì" trasmette.
Sappiamo istintivamente che ci viene richiesto di essere fondamentalmente di ampia visione, di essere coraggiosi, avventurosi.
Il suggerimento improvvisativo più popolare suona come una sfida spirituale: "Segui la tua paura" - senza neppure considerare se questo sia un consiglio pratico per una scena di improv-comedy, vuoi solo crederci. Hai il desiderio, la fame, che qualcuno ti dica di seguire la tua paura. Cerchi una strada per mettere in pratica quel suggerimento.
Magari sei arrivato all'improvvisazione perchè ti piace la comicità, ma se ci resti, è perché tutti questi consigli ti sfidano in un modo di cui sei affamato. Vuoi che questo mondo sia più interessante, vuoi essere una persona più coraggiosa, e finalmente qualcuno, in una squallida aula di improvvisazione, te lo sta dicendo.
Perciò non ti interessa essere pagato, perché stai imparando. Stai crescendo come persona, quindi sembra che tu stia pagando per questo.
I tuoi spettacoli non sono un momento in cui tu fai un servizio, ma sono un luogo in cui il pubblico ti insegna a essere spiritualmente e filosoficamente audace.
Pensiamo che questi corsi di improvvisazione distruggeranno gli aspetti della nostra personalità che ci piacciono meno, lasciando al loro posto una persona più coraggiosa e fiera.
Non c'è nessuno più disposto a ricevere frustate di un neofita eccitato dall'improvvisazione. "Riprendimi per le mie cazzate" dicono, "Mi piace quell'insegnante perchè non mi fa andare avanti a far cagate". Il loro desiderio di essere corretti e aggiustati è quasi sadomasochistico. Ma è perché percepiscono una perfezione spirituale. Le parole delle lezioni di improvvisazione li hanno adescati e ora la desiderano.
A un certo punto, ironicamente, devi diventare cinico su queste cose per diventare bravo.
Anche se probabilmente è necessario che tu venga conquistato e ipnotizzato dalla promessa di una filosofia grandiosa, e anche se un sacco dei principi dell'improvvisazione funzionano anche come consigli per una vita più coraggiosa e per alcune conversazioni più importanti, devi comunque liberarti da quell'approccio per diventare divertente.
Devi solo considerare il consiglio per il suo valore pratico.
Ti calmi e concludi che "Dì Sì" è in realtà utile solo all'inizio di una scena e che, nel momento in cui definisci l'argomento della scena, il "game", la parte divertente, allora "Dire sì" non è più una priorità.
Capisci che "Segui la tua paura" si riferisce più a un atteggiamento generale di coraggio dell'attore e che per i personaggi nella scena è quasi completamente irrilevante quanto essi siano coraggiosi.
Capisci che non tutti gli esercizi di improvvisazione sono buoni. E che i tuoi insegnanti di improvvisazione possono essere ottimi attori o scrittori, ma non sono in grado di aggiustarti o aggiustare la tua vita. Che un'audizione di improvvisazione non è un'inquisizione su di te come persona.
Il consiglio diventa più semplice, più leggero e più pratico. Ma ti garantisco che tornerai comunque, perché pensi che sia la cosa giusta da fare, quella di dedicarsi all'improvvisazione.
Un culto. Una filosofia. Una religione.
Queste sono le parole che molti usano per descrivere l'improvvisazione.
L'osservatore casuale resterà impressionato da quanto intensamente alcune persone vivano l'improvvisazione.
Si tratta solo un modo di far battute, no? Oppure una metodologia per generare idee insieme, in pubblico? Ebbene sì, è tutte queste cose. E per alcune persone è solo questo.
Ma c'è qualcosa nel linguaggio della nostra cultura che comunica qualcosa di grandioso.
Perciò, chi tra noi l'abbraccia a pieno, cerca di estendere i consigli che arrivano dalle nostre scene a qualcosa di più.
C'è il contenuto del consiglio, la sua utilità pratica, e c'è anche la scelta delle parole e del tono con cui questo consiglio viene dato.
Penso che il genio di Del Close e di altri grandi insegnati di improvvisazione risieda nel nel loro saper dare consigli veramente ottimi entrando in contatto con gli attori e gli scrittori in modo profondo e personale.
Quando Del dice "Dite Sì", ciò potrebbe essere visto solo come un consiglio pratico per creare scene insieme. Del avrebbe potuto dire semplicemente "cooperate", ma quel termine non avrebbe avuto la magia, il seducente coinvolgimento del qualcosa in più che "DITE Sì" trasmette.
Sappiamo istintivamente che ci viene richiesto di essere fondamentalmente di ampia visione, di essere coraggiosi, avventurosi.
Il suggerimento improvvisativo più popolare suona come una sfida spirituale: "Segui la tua paura" - senza neppure considerare se questo sia un consiglio pratico per una scena di improv-comedy, vuoi solo crederci. Hai il desiderio, la fame, che qualcuno ti dica di seguire la tua paura. Cerchi una strada per mettere in pratica quel suggerimento.
Magari sei arrivato all'improvvisazione perchè ti piace la comicità, ma se ci resti, è perché tutti questi consigli ti sfidano in un modo di cui sei affamato. Vuoi che questo mondo sia più interessante, vuoi essere una persona più coraggiosa, e finalmente qualcuno, in una squallida aula di improvvisazione, te lo sta dicendo.
Perciò non ti interessa essere pagato, perché stai imparando. Stai crescendo come persona, quindi sembra che tu stia pagando per questo.
I tuoi spettacoli non sono un momento in cui tu fai un servizio, ma sono un luogo in cui il pubblico ti insegna a essere spiritualmente e filosoficamente audace.
Pensiamo che questi corsi di improvvisazione distruggeranno gli aspetti della nostra personalità che ci piacciono meno, lasciando al loro posto una persona più coraggiosa e fiera.
Non c'è nessuno più disposto a ricevere frustate di un neofita eccitato dall'improvvisazione. "Riprendimi per le mie cazzate" dicono, "Mi piace quell'insegnante perchè non mi fa andare avanti a far cagate". Il loro desiderio di essere corretti e aggiustati è quasi sadomasochistico. Ma è perché percepiscono una perfezione spirituale. Le parole delle lezioni di improvvisazione li hanno adescati e ora la desiderano.
A un certo punto, ironicamente, devi diventare cinico su queste cose per diventare bravo.
Anche se probabilmente è necessario che tu venga conquistato e ipnotizzato dalla promessa di una filosofia grandiosa, e anche se un sacco dei principi dell'improvvisazione funzionano anche come consigli per una vita più coraggiosa e per alcune conversazioni più importanti, devi comunque liberarti da quell'approccio per diventare divertente.
Devi solo considerare il consiglio per il suo valore pratico.
Ti calmi e concludi che "Dì Sì" è in realtà utile solo all'inizio di una scena e che, nel momento in cui definisci l'argomento della scena, il "game", la parte divertente, allora "Dire sì" non è più una priorità.
Capisci che "Segui la tua paura" si riferisce più a un atteggiamento generale di coraggio dell'attore e che per i personaggi nella scena è quasi completamente irrilevante quanto essi siano coraggiosi.
Capisci che non tutti gli esercizi di improvvisazione sono buoni. E che i tuoi insegnanti di improvvisazione possono essere ottimi attori o scrittori, ma non sono in grado di aggiustarti o aggiustare la tua vita. Che un'audizione di improvvisazione non è un'inquisizione su di te come persona.
Il consiglio diventa più semplice, più leggero e più pratico. Ma ti garantisco che tornerai comunque, perché pensi che sia la cosa giusta da fare, quella di dedicarsi all'improvvisazione.
La vita è improvvisazione. Tutte quelle lezioni erano come messe per me. L'allenamento mi è entrato in profondità e ha cambiato il mio modo di essere. - Tina Fey |
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