Il mio MITICO 2015 - un asociale a un festival

In questo articolo non ci sarà nulla di tecnico, per cui se stai cercando segreti improvvisativi dei grandi maestri, esercizi, format... risparmiati la lettura. Questo è il tema delle elementari del festival come l'ho vissuto io, buttato di getto prima che il tempo cancelli troppe sensazioni.
Ho avuto la fortuna, grazie a Elena, di vedere giorno per giorno il progetto MITICO 2015 prendere forma e concretizzarsi e nei mesi l'ho visto crescere e arricchirsi sempre di più di persone e contenuti; non potevo mancare per nulla al mondo e infatti Mercoledì 1 Luglio mi sono presentato puntualissimo per l'inizio del festival.

Che cos'è stato MITICO2015 per me? Provo a sintetizzarlo con alcune parole chiave, perché di mio son logorroico. Asociale e logorroico... parlo molto da solo :)

ACQUA: Quella bevuta, quella sudata, quella della Martesana che scorre mentre vai a pranzare in Cascina, quella che ti scorre addosso durante la doccia della una di notte mentre risistemi i pensieri della giornata nell'album dei ricordi.
ANSIA: Per uno a cui non piace troppo stare in mezzo alla gente e il cui inglese è fermo all'esame di maturità arricchito da telecronache dell'NBA, puntate del wrestling e serie televisive, credo fosse normale una buona e sana dose di ansia da prestazione e da relazione; poi potete dirmi che i veri Improvvisatori accettano la proposta senza timori e con entusiasmo... ecco diciamo che, sul mio fronte, c'è ancora da lavorarci.
ACCOGLIENZA: Questa è quella che ho trovato da parte di tutti i partecipanti, studenti e insegnanti, una disponibilità reale e concreta fatta di sorrisi, di abbracci, di comprensione (ad esempio nei momenti in cui la lingua si incastra nel cervello a cercare quella parole che non saprai mai dire in inglese); ma anche accoglienza come apertura mentale, siamo stati per una settimana una comunità di spugne pronte ad assorbire ogni stimolo e ogni sensazione sia dai corsi che dalle esperienze e dai vissuti delle altre persone (diciamo chi più chi meno :P ).
APERTURA: Mentale e reale; diciamolo chiaramente: la realtà improvvisativa italiana ha ancora molto da imparare... a MITICO c'era gente di match, gente di theatresports, gente autonoma; ma nessuno ha mai chiesto "di che circuito sei?". È vero che la realtà mondiale è molto diversa dalla nostra e che l'unicum di un festival che si tiene ogni due anni contribuisce ad abbattere barriere, ma è anche vero che troppo spesso logiche campanilistiche mosse da leciti interessi economici bloccano e ridicolizzano i veri principi dell'improvvisazione in un'ottica di "questo è quello che insegno, il business è un altro conto".
CALDO E SUDORE: L'afa milanese ci ha castigato per sette giorni mettendo alla prova anche i fisici più allenati ma in ogni momento ho realmente percepito la voglia di tutti di essere lì in quel momento al massimo delle proprie capacità, per se stessi e per gli altri.
CIBO BUONO: Elena scriverà un post su cibo e improvvisazione, perché troppo spesso buona improvvisazione è associata a cibo pessimo. Non a MITICO! Abbiamo mangiato bene e sano grazie anche al prezioso contributo delle persone stupende di Cascina Martesana (cercate il loro progetto perché sono persone speciali che credono in ciò che fanno).
CREMA AL CAFFÈ: La mattina con Elena al bar prima dell'inizio del delirio quotidiano, lo metto per dirle ancora grazie per avermi tirato dentro a questa cosa e avermi supportato e sopportato ogni giorno.
DIDATTICA: Sì lo sapete che è la mia parolina prediletta! Tante e tante cose da imparare da insegnanti disponibili e preparatissimi (non vi preoccupate, ci saranno post specifici sul blog) con approcci e stili diversi ma con la voglia di trasmettere tutte le loro conoscenze, con la disponibilità al confronto e alla discussione. Una delle frasi che ho sentito più spesso è stata "se poi avete domande o cose da discutere abbiamo tanti giorni da passare insieme, fermatemi e chiedete".
DIGNITÀ: Questa è un'altra parolina prediletta che spesso in contesti sociali e aggregativi la gente si dimentica, ho visto persone trasformarsi in adolescenti affamati di sesso e sballo durante i raduni, millantare spettacoli meravigliosi, citare conoscenze ed esperienze come memorabili e irripetibili, inventare esperienze personali favolose ed esibirsi in atteggiamenti indegni e sminuenti. È vero che questo è un problema tutto mio, che va a braccetto col mio ridotto approccio alla socialità umana e al mio passato di militanza oratoriana, ma mi ha fatto piacere non vedere o non percepire questo clima a MITICO e se così non è stato vi prego di lasciarmi nella mia illusione.
DIVERTIMENTO: Quello potente di quando fai una delle cose che ti piace di più con altri a cui piace quanto a te.
IMPROVVISAZIONE: Vabbè questa ci andava di default
INGLESE: Mio cruccio durante tutto il festival, ho voglia di studiare un pochettino per rimettermi in carreggiata con la lingua, purtroppo è difficile uscire dalla testa e improvvisare quando devi tradurre ogni volta ciò che vuoi dire. Grazie a tutti quelli che hanno improvvisato con me per la pazienza e per aver capito, nonostante tutto, le mie proposte, i miei silenzi, le mie faccine.
ITALIANI: Per me una boa di respiro linguistico per dare un po' di tregua al cervello, nel pre e post corso abbiamo spesso fatto gruppetto lemmings di confronto e supporto (grazie ;) )
NOSTALGIA e AMORE: Questa è molto personale, nostalgia di chi è a casa e che ti supporta ogni giorno, che ti spinge a continuare in ciò in cui credi nonostante a volte ti senta fuori posto, che supporta le tue scelte perché ama il tuo sorriso soddisfatto quando rientri la sera tardi sudato e stanco e con gli occhi semichiusi ti regala il sorriso più importante, che sopporta di non averti per sé per una settimana come durante l'anno chiude un occhio sul weekend che non farete per lo spettacolo o per il workshop. Grazie per esserci così.
PASSIONE: In ogni istante abbiamo condiviso la passione per ciò che eravamo lì a fare insieme, una passione drogolosa conscia e costante che ha sconfitto caldo, sonno, sete
PROFESSIONALI: Negli insegnanti, nei corsisti ma specialmente (qui sono di parte lo so) in chi ha tirato su le maniche e si è PRESO CURA del festival dall'inizio alla fine senza godere dei workshop e degli spettacoli ma facendo in modo che per tutti fosse la magnifica esperienza che ne è risultata. Grazie a chi l'ha fatto per lavoro e a tutti i volontari che con uguale professionalità e passione hanno reso il tutto così mitico!
SCELTE, REAZIONE e FIDUCIA: Una cosa che mi è piaciuta tantissimo nell'improvvisare durante i workshop è stata confrontarmi con compagni di grande esperienza che con umiltà e positività sono capaci di scelte e reazioni forti e importanti in scena, guidati dalla fiducia (in questo caso realmente incondizionata) nell'altro e nell'improvvisazione.
SGUARDI, SORRISI e RISATE: in scena e fuori, e non quelle classiche da raduno improvvisativo in cui ad ogni parola segue il circolo delle battute, che tanto non sopporto, in cui ognuno fa a gara ad essere il più simpatico. Ho visto e fatto risate di pancia e sorrisi di cuore anche solo vedendo altri sorridere e a volte, quando le parole ti sfuggono, mi sono accorto che il sorriso (piuttosto che nascondersi dentro ad un telefono, dietro ad una sigaretta o in una faccia pensierosa) diventa un modo semplice e diretto per comunicare e relazionarsi o almeno per apparire un po' scemo (sempre meglio scemo che antipatico).
SILENZI e GESTI: Quando non hai la lingua diventano i tuoi amici migliori e inizi a valorizzarli e ad utilizzarli consciamente come strumenti della tua improvvisazione.
SPETTACOLI e FORMAT: Non avevo mai visto i format johnstoniani (Theatresports, Maestro, Gorilla) in scena, ne avevo letto e riletto e solo il mese prima del MITICO avevo partecipato ad un theatresports;
vederli messi in scena da  improvvisatori bravi che li conoscono e praticano da anni è stato molto stimolante ed è stata la perfetta introduzione al workshop che ho poi fatto con Patti Stiles sulle peculiarità delle diverse strutture (si ci sarà un articolo su questo). Sono stati bellissimi anche gli spettacoli extra format proposti in alcune serate ("Me and my ex", "Speechless", "Momentos de la vida") e per ognuno cercheremo di farvi una mini-recensione perché sono veramente gioiellini importanti nella cassa del tesoro del festival.
YESANDforLIFE: Non trovo un modo migliore di definirlo (anche se la Patti ci ha detto che Keith non ha mai parlato di YES AND ma di ACCEPTING) ed è il modo in cui tanti dei partecipanti a MITICO vive la propria vita, accettando ogni situazione e ogni contrattempo in un modo veramente unico, come dice il buon Ianni "per essere persone migliori". Non ho mai visto nessuno incazzato realmente per un ritardo (al massimo si diceva sorridendo: "Italian time"), per un contrattempo a uno spettacolo, per il problema del caldo, per un errore organizzativo.
UMIL: A MITICO hanno partecipato persone di esperienza ed estrazione diversa e variegata, persone che con Keith hanno lavorato e creato format, persone che dirigono compagnie grandi, che hanno responsabilità gravose di teatri e organizzazioni e MAI giuro MAI ho percepito che qualcuno facesse percepire il "non sai chi sono io" o che nel raccontare la propria esperienza facesse pesare il suo livello o il grado delle proprie conoscenze. Ognuno si è sempre messo a disposizione degli altri, nel dare passaggi, spostare pesi, procurare materiale, supportare e sopportare.

Mapo
...Goodbye MITICO









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